La Crociera Aerea del Decennale del 1933 
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Guido Mattioli- Ali d'Italia sull'Atlantico

Guido Mattioli- Ali d'Italia sull'Atlantico

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Articolo: A colloquio col Gr. Uff. Luigi Capè

« Al nostro giungere siamo stati ricevuti con squisita cortesia dal gr. uff. Luigi Capè, uno dei consiglieri de-legati della S.I.A.I., al quale abbiamo voluto chiedere, prima di tutto, le origini dell'ormai famosa fabbrica di idrovolanti, che è sempre stata al-l'avanguardia del progresso aeronautico.

- La Società Idrovolanti Alta Italia -- ci risponde il gr. uff. Capè — è la più antica fabbrica italiana di idrovolanti. Sorse verso la metà dell'anno 1915, per mia iniziativa. Infatti dopo pochi mesi la S.I.A.I. consegnava alla Marina alcuni idrovolanti che erano i primi di costruzione italiana, quantunque di tipo estero, cioè gli « F.B.A. » di cui la S.I.A.I. aveva acquistata la licenza esclusiva di fabbricazione in Italia. Per tale fabbricazione furono impiantati due cantieri, uno a Sesto Calende, usufruendo e amplificando l'antico stabilimento per la lavorazione del legno della ditta Capè e l'altro con l'idroscalo a S. Anna in riva al Lago Maggiore. L'organizzazione della Società e l'attività dei cantieri furono tali che si raggiunse in breve la regolare produzione di un idrovolante al giorno, oltre alle riparazioni e alla costruzione di abbondanti parti di ricambio.

« La S.I.A.I., conscia della necessità di formare dei piloti, contemporaneamente alla costruzione degli apparecchi, ebbe, appena sorta, l'iniziativa di fondare una scuola nella quale, in meno di un anno, oltre 15 allievi conseguirono il brevetto di pilota della R. Marina, senza che si verificasse il minimo incidente. La S.I.A.I. non fu paga di avere organizzato la forte produzione cui si è fatto cenno, ma volle dedicarsi allo studio, prova e costruzione di propri tipi di idrovolanti. Iniziava così la serie degli apparecchi « Savoia » che dovevano aggiudicare all'Italia una lunga collana di records mondiali e di grandi conquiste nei cieli di tutto il mondo, alla quale si vanno infilando nuove e più brillanti perle.

Nel cantiere di Sesto Calende, gli apparecchi vengono costruiti e montati in elementi principali. Così scomposti, sono trasportati, per il montaggio ed il collaudo, al cantiere di S. Anna, se idrovolanti, e se aeroplani all'aeroporto di Cameri dove la S.I.A.I. ha costruito un grandissimo hangar.

« Nel cantiere di Sesto Calende hanno sede gli Uffici tecnici ed amministrativi, il Gabinetto per le prove dei materiali, il reparto sperimentale per la costruzione dei tipi nuovi, il magazzino generale, il magazzino legnami con annessa la segheria e i capannoni per la stagionatura del legname, l'essiccatoio e altri numerosi reparti di lavorazione. II cantiere di S. Anna è adibito essenzialmente a idroscalo. Ivi si eseguiscono il montaggio d'insieme e i collaudi in volo degli idrovolanti. Complessivamente la S.I.A.I. impiega 1450 operai, nelle varie specializzazioni.

« Il presidente della nostra Società gr. uff. Ettore Peretti, noto industriale laniero biellese, vicepresidente il comm. rag. Protto, i quali unitamente ai consiglieri delegati Cape e Marchetti formano il comitato direttivo.

- Mi vorrebbe ora dar qualche dato biografico dell'ing. Marchetti, pro-gettista degli apparecchi?

- Il gr. uff. ing. Alessandro Marchetti è un pioniere dell'ingegneria aeronautica. Fino dal 1910 cominciò col costruirsi un suo apparecchio originale che chiamò « La Chimera » e sopra di esso apprese a volare da solo. Ma ciò non costitui che uno sport personale. Quando un'industria nazionale aeronautica ancora non esisteva, entrò nella Società Vickers-Terni, costituitasi per sfruttare i brevetti Vickers (della quale divenne direttore tecnico e progettista) e quivi costrui il primo caccia italiano interamente metallico M. V. T. (Marchetti Vickers Terni), il quale ebbe un suo periodo di notorietà conquistando nel 1918-19 il record di velocità per apparecchi terrestri.

- L'ing. Marchetti quando entrò nella vostra Società?

- Nell'immediato dopoguerra, assumendo dapprima la carica di direttore tecnico e progettista e poi anche quella di consigliere delegato alla gestione tecnica della Società: in conseguenza attualmente i consiglieri delegati sono Marchetti ed io che mi sono riservato la gestione commerciale e specialmente l'espansione all'estero. Il valido contributo dell'alta intelligenza dell'ing. Marchetti, della sua cultura, della sua dinamica attività è molto apprezzato dai suoi collaboratori e dalla massa degli operai.

- E come progettista?

- Tutti i tipi « Savoia-Marchetti » che ora costituiscono la produzione esclusiva della Società sono frutto del suo ingegno.

- Quanti tipi di apparecchi sono stati progettati dall'ing. Marchetti?

- Dall'« S. 50 » all'« S. 80 », vale a dire 31 progetti tutti realizzati, che hanno conquistato complessivamente 22 records mondiali.

- E gli incoraggiamenti del Governo sono venuti subito?

- Veramente abbiamo avuto il nostro calvario. I governi precedenti al Regime attuale, non avevano bene compreso l'avvenire dell'aviazione e i suoi problemi. Abbiamo dovuto dapprima affidarci a noi stessi. Per concorrere alla Coppa Schneider del 1919 e del 1920 abbiamo dovuto provvedere con le nostre sole forze e senza aiuti, ed abbiamo avuto la soddisfazione di assicurare la vittoria all'Italia.

- A cosa fu dovuto il nuovo impulso?

- All'avvento del Fascismo. II Governo fascista comprese subito l'importanza del problema aviatorio e non lesinò gli incoraggiamenti creando le occasioni per le nostre vittorie anzitutto. Già l'idrovolante S. 51 » aveva potuto conquistare il record di velocità per il 1922 e diversi raids europei e più il primo raid di De Pinedo con l'« S. 16 ter » aveva fatto conoscere al mondo intero gli apparecchi Savoia-Marchetti. Da quell'apparecchio si venne all'« S. 55 » -- sul quale De Pinedo effettuò la doppia traversata atlantica nel 1927 — che già deteneva 14 records mondiali di velocità, di carico, di distanza e altezza.

« Poi, dopo la trasvolata di De Barros-Braga dall'Italia al Brasile, piena di peripezie, il compianto Maddalena, portava lo stesso « S. 55 » sui ghiacci polari alla ricerca dell'Italia di Nobile, e nello stesso anno si effettuò con una squadra di 35 « S. 55 », sotto il comando dello stesso Ministro Balbo, il periplo: Taranto, Atene, Costantinopoli, Varna, Odessa, Costanza, Costantinopoli, Atene, Taranto, ardimento di uomini e di macchine, coronato dal trionfo. Ancora col nostro « terrestre » Fer-rarin e Del Prete conquistano il record mondiale di durata e distanza in circuito chiuso, compiono il raid senza scalo Roma-Brasile. Maddalena e Cec-coni riconquistano il record mondiale di durata e distanza in circuito chiuso.

« Il ricordo della trasvolata Roma-Brasile compiuta nel 1930 da una squadriglia di 12 idrovolanti « S. 55 », capitanata dallo stesso Ministro Balbo, è ancora vivo nella nostra mente. Le affermazioni dei nostri apparecchi si succedono con continuità crescente.

- A queste conquiste morali ha corrisposto anche un maggiore sviluppo industriale?

- Queste conquiste morali, delle quali la possibilità è dovuta in massima parte al Governo fascista e all'iniziativa infaticabile e ardita del generale Balbo, il capo glorioso dell'aviazione italiana, hanno avuto naturalmente un influsso importante sullo sviluppo industriale. I nostri sforzi sono specialmente rivolti alla conquista dei mercati stranieri.

E qui il gr. uff. Capè ci mostra una cartina geografica tutta solcata di linee rosse.

-- Questi egli continua sono tutti i raids compiuti dai nostri appa-recchi. Come vedono le nostre ali hanno solcato tutti i cieli e si sono fatti conoscere direttamente, di persona, i nostri apparecchi ed i nostri piloti.

- Ciò ha avuto delle conseguenze, diremo cosi, concrete?

- Concretissime. Oramai i mercati si vanno conquistando. Circa un terzo della nostra produzione viene assorbita dall'estero. Esportiamo in Romania, in Turchia, in Argentina, in Russia e nelle lontane Americhe. Osservino questo diagramma (è un foglio di carta millimetrato dove sorgono colonne e colonne). Loro possono seguire la linea ascendente raggiunta dalle forniture dei nostri tipi tanto per usi civili che per usi militari in Italia ed all'estero.

- Quanto ai tipi?

- Essi sono ormai in grande numero e rispondono ai più vari usi. Da quelli colossali per uso di trasporto di passeggeri, a quelli da turismo aereo. Vi è tutta una serie per gli usi militari e tutti rispondono alla loro funzione speciale. E vi è tutta una serie per gli usi civili fra cui primeggiano quelli per trasporto passeggeri.

- Ma il più perfetto, il più caratteristico?

- Tutti sono perfetti. Giacchè siamo in tema di records vi dico che l'« S. 55 X » ha raggiunto il record della perfezione — ci risponde il gr. uff. Capè. - E l'attuale raid della trasvolata del Decennale sta a dimostrarlo. Una simile prova ci è stata resa possibile solo dall'ardita energia del Governo fascista che in S. E. Balbo ha un organizzatore di tempra eccezionale. Aspettiamo fidenti il ritorno dei valorosi piloti e dei nostri saldi apparecchi vittoriosi.

Non vogliamo disturbare ancora di più l'operoso industriale e ci conge-diamo manifestando la nostra medesima convinzione nel trionfale successo dell'impresa.

Il gr. uff. Cape volge uno sguardo in giro, alle sonanti officine e sullo specchio d'acqua dove lavorano migliaia di operai in viva ansia di attesa per gli apparecchi usciti dalle loro mani ».