La Crociera Aerea del Decennale del 1933 
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Guido Mattioli- Ali d'Italia sull'Atlantico

Guido Mattioli- Ali d'Italia sull'Atlantico

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Articolo: Balbo narra come sorse l'idea della seconda Crociera Atlantica e precisa le finalità del nuovo ardimento.

Il ministro dell'Aeronautica, gen. Balbo, comunica all'Agenzia Stefani il seguente articolo:

L'idea dell'attuale crociera nacque a Rio De Janeiro, or sono due anni, al compimento della crociera Italia-Brasile quando Mussolini nel suo messaggio annunciò la più grande impresa aerea dell'Anno X della Rivoluzione.

Nel 1929 trovandomi negli Stati Uniti in occasione dell'Esposizione aeronautica di Chigago, mi ero proposto di studiare le possibilità di un raid collettivo dall'Europa all'America del Nord, ma dovetti convincermi che i tempi erano prematuri.

Dopo il messaggio trionfale di Mussolini, a Rio concepii il dise-gno di un giro del mondo dall'Italia alle Indie, al Giappone, alle Isole Aleutine, all'Alaska, al Messico, a Panama e quindi a Nuova York, e da Nuova York all'Irlanda ed a Roma.

Inviai uno dei miei migliori ufficiali a studiare la situazione alle isole Aleutine, una delle zone più difficili del viaggio. Più tardi, a causa della lunga guerra tra la Cina ed il Giappone, che avrebbe reso inefficace un'alata messaggeria di pace e di progresso attraverso il mondo, dovetti rinunciare all'idea. D'altra parte la crisi europea e mondiale, divenuta dovunque sempre più acuta, si faceva sentire anche in Italia. Bisognava studiare un viaggio meno costoso.

L'anno dopo, nel 1932, fu decisa la crociera Italia-Stati Uniti che avrebbe comportato, per le poche basi da organizzare e per non dover cambiare i motori, un assai minor dispendio di energie e di mezzi. Da due anni, cioè dal 1930, funzionava la Scuola di navigazione di Orbetello nella quale sono concentrati gli studi e le esperienze per il volo collettivo d'alto mare. E' questa una scuola pratica nella quale diversi ufficiali svolgono un compito preciso e tutti collaborano per i migliori risultati delle imprese in corso.

Noi ammiriamo i raids individuali e gli exploits dei grandi aviatori, ma li consideriamo superati dalle necessità dei tempi e del progresso.

L'atlantico viene sorvolato oggi anche dagli apparecchi da turismo. Dalla ripetizione dei tentativi singoli non derivano nessun insegnamento e nessuna dimostrazione che non siano già noti. La novità può venire solo dal trasferimento in massa di apparecchi da un Continente all'altro, attraverso gli oceani. Le Aviazioni possono, come le Marine, affrontare il problema dei trasferimenti di intere squadriglie. L'Italia, col volo atlantico Roma-Brasile, ha dato la prova di queste possibilità.

Ritengo che, con questa politica aviatoria da me per primo attuata nel mondo, l'aviazione possa compiere dei passi giganteschi in tutti i sensi, sia per il progresso delle macchine, sia per la preparazione dei navigatori e per le organizzazioni meteorologiche, logistiche e tecniche che sono ancora troppo insufficienti.

L'apparecchio da me scelto per la crociera attuale e lo stesso della crociera nel Sud-America; ma l'idrovolante è stato oggetto di molti perfezionamenti, che lo hanno reso senza dubbio il migliore del mondo. L' « S 55 X-Savoia Marchetti » ha una maggiore autonomia ed una maggiore velocità del precedente. Un provatissimo motore italiano, 1' « As-so 750 » dell'Isotta Fraschini, è stato installato sull'apparecchio. Questo motore ha girato per 500 ore consecutive al banco ed in volo. Nell'apparecchio « S 55 X » è stato abolito il riduttore, eliminando l'inconveniente, delle vibrazioni che ci procurarono nella crociera precedente noiose rotture ai radiatori. Inoltre, sempre per il problema delle vibrazioni, è stata adottata l'elica metallica. L'apparecchio attuale ha acquistato 50 km. di più in velocità, raggiungendo la velocità massima di 280 km. l'ora e quella di crociera di 220.

Seguendo la nostra politica aviatoria, ho scelto gli equipaggi non fra gli assi, non in base a titoli eccezionali, ma tenendo conto dei migliori punti guadagnati dai singoli nei reparti, sia per le qualità richieste agli ufficiali, sia per la perizia di volo. La maggior parte dei partecipanti a questa crociera-idro-aviatoria proviene dagli apparecchi terrestri. Solo una parte degli equipaggi è formata dai vecchi piloti idrovolantisti atlantici.

In totale gli equipaggi raggiungono la cifra di 100 uomini.

Ogni apparecchio porta un primo ed un secondo pilota, un radiotelegrailista ed un motorista.

Nel mio apparecchio è imbarcato un ufficiale tecnico della Scuola di Orbetello, che suggerirà anche in volo, per radio, in caso di bisogno, agli altri apparecchi i provvedimenti da prendere urgentemente per avarie del materiale. In altri idrovolanti viaggiano tre piloti di riserva per sopperire ad ogni eventualità.

Ho scelto nella prima parte della crociera la rotta del Nord-Atlantico perché la più ricca di punti d'appoggio fra l'Europa ed il Nord-America. Le comunicazioni aeree che si dovranno stabilire fra il vecchio ed il nuovo mondo dovranno essere considerate con serietà, almeno nei mesi estivi.

Le nostre tappe sono: Amsterdam, Londonderry, Reykiavik, Sandwich Bay, Shediac, Montreal, Chicago.

La prima tappa è dura perché comporta la traversata delle Alpi e dell'Europa, viaggio difficile per gli idrovolanti. Da Londonderry a Reykiavik e da Reykiavik al Labrador si incontrano fatalmente delle nebbie. I nostri apparecchi sono provvisti di tutti i più moderni strumenti per il volo nella nebbia ed i piloti sono addestratissimi nel volo cieco, ma noi ci proponiamo di evitare i banchi di centinaia e centinaia di chilometri per il pericolo di formazioni di ghiacci sulle ali. A questo scopo abbiamo organizzato un servizio meteorologico nostro, che ci fornirà con la massima esattezza notizie sull'andamento del tempo. Per questo servizio abbiamo noleggiato sei baleniere dislocate tra l'Islanda, la Groenlandia ed il Labrador, a bordo delle quali abbiamo posto nostri ufficiali e geofisici italiani con gli strumenti necessari per i rilevamenti meteorologici e aerologici. Ho previsto anche una eventuale tappa di fortuna a Julianehaab.

Penso che tecnicamente non sia possibile fare di più di quanto abbiamo fatto per l'organizzazione di una impresa aerea di questo genere. Dirò anzi che il lavoro più difficile è stato già compiuto. Si tratta ora di eseguire ciò che abbiamo concepito e preparato. Noi « tentiamo » di andare in America con una squadra di 24 grandi idrovolanti: si tratta di una squadra militare che sta compiendo una missione civile. Pensiamo di avere al nostro attivo, in seguito al lavoro compiuto, una percentuale sufficiente di successo.

Ho detto « tentiamo » di andare in America. In caso di eccezionali condizioni atmosferiche contrarie, anziché affrontare rischi folli, sono deciso ad ordinare alla squadra il rientro in Italia. La nostra non è una impresa pazzesca, ma un'impresa studiata ed organizzata con criteri realistici.

Sulle ali tricolori rechiamo il saluto dell'Italia al grande popolo degli Stati Uniti, in un momento in cui tutti i Paesi civili preparano la risoluzione definitiva dei gravi problemi lasciati in eredità dalla guerra mondiale. Il nostro è un messaggio di profonda simpatia che dimostra come l'Italia, rinnovata da Mussolini, senta la necessità e la bellezza delle grandi opere civili rinnovatrici del mondo.

ITALO BALBO